Assegno unico 2026: come funzionerà?
Assegno unico Inps: cosa cambia dal 2026? L’assegno unico è già confermato nel 2026, con alcune novità per chi richiede il Bonus asilo Nido e la nuova carta per i nuovi nati di 1000 euro.
L’assegno unico per queste due misure economiche non rientrerà nel calcolo dell’Isee 2026, ossia gli importi percepiti nel 2023 saranno esclusi dal calcolo del valore Isee. Inoltre sarà importante verificare la compatibilità tra l’assegno unico ed il bonus di 1000 euro per i nuovi nati.
Vediamo in questo articolo tutti i requisiti per ottenere l’assegno Unico e universale nel 2026.
Chi ha diritto all’assegno unico universale 2026?
L’assegno unico ed universale 2026, sarà corrisposto da Gennaio 2026 ai seguenti richiedenti:
- ai lavoratori autonomi, ai coltivatori diretti, coloni e mezzadri, ai titolari di pensione di lavoro autonomo, ai disoccupati senza sostegno al reddito, con figli minori di 21 anni;
- ai lavoratori dipendenti privati e pubblici, con figli minori di età pari a 21 anni;
- alle famiglie con figli disabili, con età anche superiore a 21 anni,
- alle mamme, dal settimo mese di gravidanza, presentando una nuova domanda, dopo la nascita del bebè, (bisognerà verificare la compatibilità con la carta nuovi nati di 1000 euro)
- ai disoccupati, per chi non ha alcun reddito o per coloro non percepiscono nessuna indennità INPS,
- ai professionisti.
Chi può richiedere l’Assegno unico 2026?
L’assegno unico ed universale ha sostituito, a partire dalla busta paga del mese di Marzo 2022, gli assegni familiari e le detrazioni fiscali, per i figli a carico sino a 21 anni di età.
Per ottenere l’assegno unico ed universale 2026, il richiedente già percettore dell’Assegno unico nell’anno precedente, non dovrà presentare alcuna domanda e per tutta la durata del beneficio, deve:
- essere residente in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, oppure avere un contratto a tempo indeterminato o determinato di almeno 6 mesi,
- presentare il modello Isee 2026,
- essere residente e domiciliato in Italia,
- avere figli di età inferiore a 18 anni o inferiore a 21 anni, se studiano, frequentino un tirocinio, registrati presso il centro per l’impiego ed in cerca di lavoro o svolgono il servizio civile universale,
- avere figli con disabilità senza limiti di età.
Il beneficiario dell’Assegno Unico, dovrà presentare solo il modello Isee 2026, per rinnovare o richiedere gli importi dell’Assegno, in base al valore della situazione economica Isee.
A quale genitore spetta l’Assegno Unico per i figli 2026?
In generale, l’assegno unico e universale spetta a entrambi i genitori, in misura uguale. Tuttavia, in caso di affidamento condiviso, i genitori possono concordare che l’assegno venga erogato per intero solo a uno dei due. In caso di affidamento esclusivo, l’assegno spetta al genitore affidatario.
In particolare, le regole per la ripartizione dell’assegno unico e universale tra i genitori sono le seguenti:
- In caso di affidamento condiviso:
- La regola generale è che l’assegno venga erogato al 50% ciascuno ai genitori.
- I genitori possono concordare che l’assegno venga erogato per intero solo a uno dei due.
- In caso di mancato accordo, l’assegno viene erogato al 50% a entrambi i genitori, salvo che il giudice disponga diversamente.
- In caso di affidamento esclusivo:
- L’assegno spetta al genitore affidatario.
In caso di separazione o divorzio, i genitori devono indicare, al momento della presentazione della domanda, se l’assegno deve essere erogato in pari misura o solo a uno dei due. Se non viene indicato nulla, l’assegno viene erogato al 50% a entrambi i genitori.
Per ottenere l’assegno unico e universale, entrambi i genitori devono presentare domanda all’INPS. Al momento della presentazione della domanda, il genitore richiedente deve indicare i dati di pagamento dell’altro genitore o l’altro genitore deve accedere con il suo SPID.
L’assegno unico e universale non spetta più in caso di:
- Morte del figlio;
- Adozione del figlio;
- Morte di uno dei genitori;
- Rinuncia all’affidamento del figlio;
- Permanenza del figlio in un istituto di assistenza per oltre 45 giorni nell’anno.
Assegno Unico 2026: quando presentare domanda?
Da Gennaio 2023 non è necessario presentare nessuna domanda all’Inps, per rinnovare la misura dell’Assegno Unico e Universale. Basta rinnovare il modello Isee.
Invece, sarà obbligatorio inoltrare un’istanza online all’Inps, quando ci saranno le seguenti variazioni:
- nuovo componente familiare,
- raggiungimento del diociottesimo anno di età per uno o più componenti familiari;
- raggiungimento del limite di età (superiore a 21 anni) per uno o più componenti familiari;
- variazioni del reddito e del patrimonio del nucleo familiare,
- variazione del codice Iban del conto corrente del richiedente o delle modalità di pagamento.
Quando arriva il pagamento dell’Assegno Unico e universale 2026?
I pagamenti dell’assegno unico decorrono dal mese successivo alla data di presentazione della prima domanda. Ad esempio se presentiamo la domanda a Gennaio 2026, l’Assegno Unico parte da Febbraio 2026.
I primi bonifici da parte dell’Inps partono dal 20 al 30 del mese successivo. Mentre per chi ha già percepito l’assegno unico nei mesi precedenti, l’Inps provvederà all’accredito sui conti correnti a partire dalla metà del mese.
Per tutte le date di pagamento dell’assegno unico dell’anno 2026, cerca il nostro articolo: Calendario pagamenti Assegno Unico e universale 2026.
Quali novità per Assegno Unico nel 2026?
Nel 2026 l’Assegno Unico non cambia nella sua struttura, ma si
rinnova con alcune piccole novità che incidono soprattutto sugli
importi e sul calcolo dell’ISEE. La differenza principale rispetto
al 2025 è legata all’adeguamento all’inflazione: da gennaio
2026 le somme mensili vengono leggermente aumentate per
tenere conto del costo della vita, quindi molte famiglie
riceveranno qualche euro in più al mese senza dover fare nulla.
L’aumento medio previsto è tra circa 1,4%–1,7%
Cambiano anche le soglie ISEE, che vengono
aggiornate e ampliate, con il risultato che alcuni nuclei familiari
potrebbero rientrare in fasce più favorevoli pur avendo lo stesso
reddito di prima.
Un altro aspetto importante riguarda proprio l’ISEE, che dal 2026
tiene maggiormente conto del numero dei figli e riduce il peso
della prima casa nel patrimonio, permettendo in diversi casi di
ottenere un valore ISEE più basso.
Questo significa, in modo semplice, che a parità di
situazione economica reale l’assegno può risultare un po’ più
alto. Non vengono introdotte nuove domande, né nuovi
requisiti: chi già percepisce l’Assegno Unico continuerà a
riceverlo automaticamente, con gli importi aggiornati. In sintesi,
il 2026 non porta una rivoluzione, ma piccoli aggiustamenti
concreti che vanno nella direzione di tutelare il potere d’acquisto
delle famiglie e rendere il sistema leggermente più equo rispetto
al 2025.
Pagamento Assegno Unico 2026: come controllare?
Per controllare i pagamenti dell’assegno unico e universale bisogna accedere, con il proprio SPID, la carta di identità elettronica o la carta nazionale dei servizi, all’APP IO Italia e nei messaggi controllare: se c’è una disposizione di pagamento INPS, per Assegno Unico.

L’Inps comunicherà l’importo dell’assegno unico e l’oggetto del pagamento: ASSEGNO UNICO e la data di pagamento (valuta il).
In alternativa si può accedere all’APP INPS con lo SPID, cliccando in tutti i servizi ed al servizio online: Stato pagamenti e Cedolini.

E’ possibile anche controllare i pagamenti, accedendo al sito dell’Inps e scrivendo sulla barra cerchi servizi: Fascicolo previdenziale del cittadino. Dopo aver cliccato sul servizio, bisogna entrare con le credenziali Inps e premere sul menu a sinistra: PRESTAZIONI E PAGAMENTI.
Ci sarà la data di disponibilità, l’importo ed il mese di riferimento dell’assegno unico e universale. Gli importi saranno aggiornati in base al tasso di inflazione a partire dal pagamento di Febbraio-Marzo 2026.
Per i nuovi componenti familiari, l’assegno unico parte dal settimo mese di gravidanza e il richiedente riceverà gli arretrati con il nuovo flusso di pagamento, ossia dal mese successivo, alla presentazione della domanda.
Riferimento normativo: Circolare Inps numero 23 del 9 Febbraio 2022
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Articolo aggiornato il 13 Dicembre 2025 da Stefano Mastrangelo
