Nel Documento programmatico di bilancio 2026 trasmesso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze alla Commissione europea è confermato il rafforzamento del Bonus mamme lavoratrici, la misura già introdotta negli anni precedenti, per sostenere la maternità e l’occupazione femminile. Dal prossimo anno, l’importo del contributo mensile sale da 40 a 60 euro al mese, con l’obiettivo di ampliare la platea dei benefici e fornire un aiuto più concreto alle famiglie con figli.
Il bonus resta riservato alle donne lavoratrici madri di almeno due figli, con un reddito complessivo non superiore a 40.000 euro annui. L’incremento di 20 euro mensili comporta un bonus economico totale di 720 euro l’anno, che potrà essere riconosciuto direttamente in busta paga o come riduzione dei contributi previdenziali a carico della lavoratrice, a seconda delle modalità attuative che saranno definite nei decreti successivi.
Bonus mamme lavoratrici 2026: da 60 euro
L’incremento del Bonus mamme rientra nelle strategie economiche e sociali con cui il Governo intende favorire la natalità e l’occupazione femminile. In Italia, i tassi di partecipazione delle donne al mercato del lavoro restano inferiori alla media europea, e spesso l’arrivo di un figlio rappresenta ancora un ostacolo per la vita lavorativa (e non dovrebbe essere così). Per questo motivo la misura punta a compensare, almeno in parte, i maggiori costi sostenuti dalle madri lavoratrici e a rendere più conveniente la permanenza nel mercato del lavoro.
Il bonus continuerà a essere riconosciuto alle lavoratrici dipendenti, pubbliche e private, che risultano in regola con i versamenti contributivi. Il limite di reddito pari a 40.000 euro su base annua serve a concentrare l’intervento su chi ha retribuzioni medio-basse, dove l’impatto economico del contributo mensile può incidere di più sul bilancio familiare.
Come sarà erogato il Bonus mamme nel 2026?
Come già accaduto nel 2025, la modalità di erogazione del bonus avverrà attraverso la busta paga mensile. L’Inps comunicherà i dettagli tecnici alle aziende e ai consulenti del lavoro, definendo tempi e modalità operative per l’accredito. Le lavoratrici non dovranno presentare una domanda autonoma: sarà sufficiente che il datore di lavoro trasmetta le informazioni anagrafiche e reddituali aggiornate, verificando la presenza dei requisiti.
È prevista anche una gestione semplificata per le lavoratrici del settore pubblico, con accredito automatico tramite gli stipendi erogati dal MEF, e per chi rientra dopo periodi di maternità o congedo parentale. L’obiettivo è evitare ritardi o sovrapposizioni con altri benefici ed assicurare un pagamento mensile regolare.
L’aumento del Bonus Mamme lavoratrici
L’aumento del bonus da 40 a 60 euro rappresenta un segnale di continuità politica nelle scelte del Governo Meloni in materia di sostegno alle famiglie. Dopo l’introduzione dell’Assegno Unico e Universale e la conferma della Carta Dedicata a Te, il potenziamento del bonus mamme consolida il percorso verso un sistema di welfare più organico, che unisce strumenti fiscali, contributivi e di inclusione.
Secondo le stime contenute nella bozza della Manovra Fiscale, la misura interesserà decine di migliaia di lavoratrici, in particolare nel settore privato e nei servizi, dove il reddito medio si colloca sotto la soglia dei 40.000 euro. Pur trattandosi di un importo molto basso, il bonus ha un valore simbolico e pratico: riconosce il ruolo sociale delle madri e la necessità di ridurre le disparità economiche tra chi lavora e chi rinuncia all’occupazione per motivi familiari.
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Articolo aggiornato il 13 Novembre 2025 da Stefano Mastrangelo





