Controlli conti correnti del Fisco alle persone fisiche
Controlli conti correnti del Fisco alle persone fisiche

Articolo aggiornato il 29 Settembre 2020 da Stefano Mastrangelo

Controlli conti correnti del Fisco alle persone fisiche

Al via i controlli dell’Agenzia delle Entrate, sui risparmi delle persone fisiche. Infatti l’Agenzia delle Entrate ha notato, attraverso il suo algoritmo, una staticità dei conti correnti delle persone fisiche, rispetto alle necessità delle famiglie e alle dichiarazione fiscali presentate dei cittadini.

Ora il Fisco è pronto per avviare il Risparmiometro grazie alla Superanagrafica dei conti correnti, anche delle persone fisiche.

Fisco: come ci controlla?

Diversi sono gli organi del Fisco che controllano i nostri movimenti, per combattere l’evasione fiscale e far rispettare la corretta normativa ai cittadini. I soggetti che hanno dei rapporti di lavoro dipendenti, di lavoro autonomo o hanno partecipazioni di capitale in alcune società in Italia o all’estero, devono dichiarare ogni anno, tutti i redditi con la dichiarazione fiscale 730 o Modello dei Redditi persone fisiche.

Inoltre tutti gli accrediti o versamenti in contanti, sui conti correnti postali o bancari, devono derivare da fonte certa. Infine il Fisco sta controllando anche i nostri profili social, per verificare se lo stile di vita corrisponde realmente al reddito dichiarato.

I maggiori organi di controllo del Fisco sono:

Il Fisco utilizza la propria Superanagrafica fiscale ed i suoi algoritmi, per incrociare i dati e nel caso di segnalazioni o allarmi rossi, l’Agenzia delle Entrate, invia una comunicazione di irregolarità o chiarimenti al cittadino contribuente.

Risparmiometro per le persone fisiche: cos’è e chi colpisce?

Il Risparmiometro è il nuovo algoritmo studiato dall’Agenzia delle Entrate ed operativo dal 2013, per valutare i troppi risparmi delle persone fisiche, in base ai redditi dichiarati. Dopo l’autorizzazione del Garante della Privacy, il Fisco potrà visualizzare il saldo ed i movimenti dei nostri conti correnti postali e bancari, per combattere l’evasione fiscale ed il lavoro irregolare.

Ad esempio, se un contribuente, ha dei risparmi sul conto corrente annuali superiori a quelli dichiarati nella dichiarazione dei redditi e tali redditi restano lì fermi senza nessun prelievo o movimentazione, il Fisco potrebbe chiamare il contribuente per il contraddittorio preventivo. Ossia il cittadino dovrà fornire delle giustificazioni per iscritto, per motivare con quali soldi vive la sua famiglia.

Dopo i chiarimenti, se il Fisco non è convinto delle motivazioni del contribuente, scatta l’accertamento fiscale con sanzioni gravi per l’evasore. Tutte le giustificazioni devono essere scritte, motivate con bonifici, assegni o altri strumenti tracciabili. Non sono ammessi testimonianze o prove generiche.

Il Risparmiometro è differente dal Redditometro, perché il redditometro controlla le spese di “lusso” effettuate, mentre il risparmiometro, verifica i risparmi in base ai redditi dichiarati.

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