Che cos'è il decreto flussi del Ministero dell'interno
Che cos'è il decreto flussi

Articolo aggiornato il 3 Marzo 2023 da Stefano Mastrangelo

Cosa prevede Il decreto flussi del Ministero dell’Interno?

Ogni anno il Ministero dell’Interno, emana un decreto con il quale stabilisce, quanti cittadini non comunitari possono entrare nel territorio dello Stato italiano per motivi di lavoro. Nella maggior parte delle volte stabilisce i flussi di ingresso, per i lavoratori non comunitari stagionali.

Cos’è il decreto flussi del Ministero dell’Interno?

Il decreto flussi è un atto normativo del governo che programma annualmente le quote di ingresso dei lavoratori non comunitari, in base alla proposta di assunzione effettuata da un datore di lavoro operante in Italia.

Le quote vengono suddivise in base al tipo di richiesta del datore di lavoro italiano o straniero regolarmente soggiornate in Italia:

  1. per lavoro stagionale, con il rilascio di un permesso di soggiorno con una durata minima di 20 giorni e fino ad un massimo di 9 mesi, (art. 24 del Testo Unico Immigrazione)
  2. per lavoro subordinato, con il rilascio di un permesso di soggiorno di due anni, (art. 22 del Testo Unico dell’Immigrazione)
  3. per lavoro autonomo. (art. 26 del Testo Unico Immigrazione)

In più il Ministero del lavoro stabilisce ogni anno delle quote per:

  1. la conversione del permesso di soggiorno stagionale, in permesso di soggiorno subordinato per motivi lavorativi,
  2. convertire il permesso per formazione, studio o tirocinio, in permesso di soggiorno per lavoro subordinato,
  3. la conversione dei permessi per la formazione, tirocinio e studio in permesso di soggiorno per lavoro autonomo,
  4. per convertire i permessi di soggiorno di lungo periodo CE rilasciato da un altro Paese dell’Unione Europea, in permesso di soggiorno di lavoro subordinato italiano,
  5. per trasformare il permesso di soggiorno di lungo periodo Ce, in permesso di soggiorno italiano di lavoro autonomo.

Quando esce il decreto flussi?

Il decreto flussi è il documento di programmazione dei flussi di ingresso dei lavoratori non comunitari, chiamati in maniera nominativa dai datori di lavoro italiani e stranieri regolari in Italia, disciplinato dal D.lgs 286 del 1998. Il decreto ha anche le sue fasi. In primo luogo:

  1. il governo pubblica sulla gazzetta ufficiale il decreto del Mistero dell’Interno, consultabile sul sito dello stesso ministero nella sezione Immigrazione ed asilo,
  2. in seguito il Ministero pubblica la Circolare esplicativa, dove indica da quando sarà disponibile la procedura online sul sito del Ministero dell’Interno,
  3. dal mese di Marzo/Aprile sarà possibile inviare le domanda, per il rilascio del nulla osta al lavoro.
Servizio online decreto flussi Ministero dell'Interno
Servizio online Ministero dell’Interno

Dopo la presentazione della richiesta nominativa online, verranno prese in esame tutte le domande in ordine cronologico dalla Prefettura e dalla Direzione provinciale del lavoro.

In seguito il datore di lavoro viene convocato dallo Sportello Unico Immigrazione (la Prefettura), per la verifica dei documenti in originale, di tutte le condizioni e per il ritiro del nulla osta al lavoro. Lo stesso nulla osta verrà inviato all’ambasciata o al consolato italiano indicato sulla domanda, del paese di residenza dello Straniero, per farlo entrare in Italia.

Lo straniero deve presentarsi alla rappresentanza diplomatica del suo Paese, per entrare in Italia con il visto per lavoro, ed una volta in Italia, entro 8 giorni, deve recarsi con il datore di lavoro alla prefettura, per la firma del contratto di soggiorno.

Decreto flussi per lavoro subordinato non stagionale

Per ottenere un permesso di soggiorno di due anni per lavoro subordinato che non sia stagionale, prima di tutto bisogna attendere il decreto o la sanatoria da parte del Governo. Dopo che il governo avrà stabilito le quote per l’ingresso di lavoro subordinato, i datori di lavoro di colf e badanti o le imprese potranno inviare la richiesta nominativa sul sito del Ministero dell’Interno.

E’ importante essere in possesso di determinati documenti. Le imprese o i datori di lavoro devono:

  1. essere iscritti alla Camera di Commercio,
  2. essere in possesso di numero di posizione Inps ed Inail,
  3. essere in possesso delle credenziali SPID,
  4. è sempre meglio avere un Durc, senza irregolarità, aggiornato,
  5. avere un alloggio idoneo per i lavoratori subordinati,
  6. avere un fatturato da poter affrontare il costo del personale dell’azienda e richiesto.

Invece i datori di lavoro privati, ad esempio delle colf e delle badanti, devono essere in possesso:

  1. di un documento di identità (carta di identità o passaporto) in corso di validità,
  2. della tessera sanitaria non scaduta,
  3. essere in possesso delle credenziali SPID,
  4. di un alloggio idoneo e consenso del proprietario nel caso di casa in affitto,
  5. del reddito lordo pari almeno al doppio di quanto sarà corrisposto al lavoratore,
  6. di mezzi necessari per provvedere alle spese di viaggio, nel caso di mancato rinnovo del permesso di soggiorno.

Decreto flussi per lavoro stagionale

Il datore di lavoro, per richiedere dei lavoratori stagionali, operanti nella maggior parte nel settore dell’Agricoltura, deve attendere il decreto flussi per i lavoratori non comunitari stagionali e l’apertura delle domande telematiche da parte del Ministero dell’Interno. L’azienda agricola o alberghiera deve essere in possesso:

  1. dell’iscrizione alla Camera di Commercio,
  2. iscrizione all’Inps ed all’Inail,
  3. essere in possesso delle credenziali SPID,
  4. Durc aggiornato,
  5. di un alloggio idoneo per tutti i lavoratori subordinati chiamati,
  6. avere un fatturato idoneo per la richiesta nominativa dei lavoratori stagionali stranieri,
  7. avere dei terreni per la richiesta fatta, per le imprese agricole.

Il modulo online C devono essere compilato correttamente online, sino al 31 Dicembre di ogni anno.

Per essere accetta la domanda, subito dopo l’apertura della procedura telematica, bisogna procedere immediatamente all’invio della richiesta.

I datori di lavoro devono dimostrare di voler assumere correttamente il lavoratore straniero non comunitario, di avere un fatturato sufficiente o un reddito adeguato, di aver inquadrato correttamente il lavoratore in base al contratto collettivo nazionale del lavoro e di possedere delle reali coltivazioni (nel settore agricoltura) per far lavorare lo straniero.

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