decontribuzione sud 2023 come funziona
Agevolazioni contributive al Sud 2023

Articolo aggiornato il 5 Luglio 2023 da Stefano Mastrangelo

Decontribuzione Sud 2023: ecco come funziona

Decontribuzione sud 2023 cosa prevede? La Commissione Europea ha approvato per tutto il 2023, l’esonero contributivo per le aziende ed i datori di lavoro, sino al 31 dicembre 2023, al fine di contenere gli effetti negativi sull’occupazione, dovuti dall’epidemia da coronavirus.

Agevolazioni contributive al Sud 2023

La legge di bilancio del 2021 ha esteso la decontribuzione SUD sino al 31 dicembre 2029, con percentuali differenti:

  • del 30% fino al 2025,
  • nella misura del 20% per gli anni 2026-2027,
  • del 10% per gli anni 2028-2029.

Per quali Regioni italiane si possono applicare le agevolazioni?

La decontribuzione trova la sua applicazione per i rapporti di lavoro dipendente, a condizione che la sede di lavoro (sede operativa) sia situata in una delle seguenti regioni svantaggiate:

– Abruzzo,
– Basilicata,
– Calabria,
– Campania,
– Molise,
– Puglia,
– Sardegna
– Sicilia.

Il Messaggio numero 4593 del 21-12-2022 ha prorogato per tutto il 2023 la decontribuzione SUD.

Una misura davvero importante per il mantenimento del livello occupazionale nelle Regioni del Sud e per lo stimolo alle nuove assunzioni di lavoratori nelle zone d’Italia con i maggiori tassi di disoccupazione.

Decontribuzione Sud 2023 a chi spetta?

La decontribuzione contributiva per mantenere i livelli occupazionali al Sud, durante e post l’emergenza covid-19, riguarda i datori di lavoro privati con sede di lavoro presso le seguenti Regioni:

  • nelle Regioni meno sviluppate: Puglia, Calabria, Campania, Basilicata e Sicilia;
  • nelle Regioni in transizione: Abruzzo, Molise e Sardegna.

I datori di lavoro che ne possono usufruire sono quelli colpiti dagli effetti della crisi in Ucraina.

Sono esclusi, invece:

  • i rapporti di lavoro domestici e del settore agricolo;
  • gli enti pubblici economici;
  • gli istituti autonomi case popolari trasformati in enti pubblici economici ai sensi della legislazione regionale;
  • gli enti trasformati in società di capitali, ancorché a capitale interamente pubblico, per effetto di procedimenti di privatizzazione;
  • le ex istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza trasformate in associazioni o fondazioni di diritto privato, in quanto prive dei requisiti per la trasformazione in aziende di servizi alla persona (ASP), e iscritte nel registro delle persone giuridiche;
  • le aziende speciali costituite anche in consorzio ai sensi degli articoli 31 e 114 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
  • i consorzi di bonifica;
  • i consorzi industriali;
  • gli enti morali;
  • gli enti ecclesiastici.

Per ottenere lo sgravio contributivo i datori di lavoro devono:

  • rispettare i contratti collettivi nazionali, regionali, territoriali ed aziendali,
  • essere in regola con gli obblighi contributivi Inps ed i premi Inail,
  • rispettare le norme fondamentali sulla tutela delle condizioni di lavoro, ossia sicurezza e tutela dei lavoratori, per prevenire infortuni sul lavoro.

Lo sgravio contributivo Decontribuzione Sud è compatibile con altre agevolazioni , a meno che la legge o una circolare Inps, ne prevede espressamente il divieto di Cumulo. (come ad esempio l’incentivo all’assunzione per i disabili)

Riferimento normativo: Decreto Legge numero 104/2020 articolo 27.
Circolane Inps numero 90 del 27/7/2022Messaggio numero 4593 del 21-12-2022

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