Cos'è l'Isopensione
Isopensione come andare in pensione in anticipo

Articolo aggiornato il 15 Ottobre 2020 da Stefano Mastrangelo

Come funziona la Isopensione?

E’ possibile andare in pensione con 4 anni di anticipo, con un accordo aziendale, fino alla maturazione della pensione di vecchia o anticipata? Vediamo insieme il nuovo strumento pensionistico, denominato Isopensione, in vigore dal 2013.

Il momento difficile, a causa della crisi sanitaria-economica, ha messo in crisi le aziende, dovute purtroppo a trovare una soluzione per i propri dipendenti. Inoltre, a fine 2021, sarà abolita la pensione anticipata Quota 100 ed il governo dovrà trovare delle soluzioni per anticipare la pensione a tantissimi lavoratori.

Isopensione periodo 2018 – 2020

Nel periodo 2018-2020, i lavoratori di aziende con numero di dipendenti superiori a 15, ai sensi dell’articolo 1, comma 160 della legge 205/2017, possono richiedere un anticipo pensionistico di 7 anni, con un accordo tra lavoratore, azienda, sindacati ed Inps. E’ l’azienda che provvede al pagamento dell’assegno pensionistico spettante, sino alla decorrenza della pensione di vecchia o anticipata.

Ad esempio nel 2020, i lavoratori con un apposito accordo aziendale (esodo lavoratori) possono andare in pensione con:

  • 60 anni di età ed 11 mesi,
  • 37 anni e 3 mesi di contributi per gli uomini e 36 anni e 3 mesi di contributi Inps.

Requisiti pensione anticipata Isopensione

I requisiti per anticipare la pensione e chiedere l’isopensione sono:

  • prestazione lavorativa presso aziende che occupano in media 15 dipendenti,
  • accordo scritto tra aziende e le organizzazione più rappresentative a livello aziendale, per una procedura di licenziamento anche collettivo, ai sensi della legge 223/1991 o per lavoratori in esubero,
  • pagamento da parte dell’azienda dell’assegno, in sostituzione della pensione, insieme alla contribuzione figurativa, sino al raggiungimento della pensione di vecchiaia o anticipata.

Come richiedere l’Isopensione?

A seguito dell’accordo aziendale, l’azienda deve presentare all’Inps l’accordo stipulato ed una fidejussione bancaria, nel caso di mancato pagamento dell’assegno di esodo. Infatti sarà l’Inps, con un importo corrisposto mensilmente dall’azienda, a pagare il lavoratore, dal giorno successivo alla risoluzione del rapporto di lavoro ed alla validazione dell’accordo di esodo.

L’importo della prestazione erogato dall’Inps è pari all’assegno pensionistico che percepirebbe il lavoratore in pensione, al netto dei contributi spettanti.

Su questo assegno pensionistico preventivo, non spettano:

  • gli assegni familiari,
  • non possono essere applicate le trattenute per ricongiunzione o per cessione del quinto,
  • l’importo pagato non è reversibile.

A questo importo si applica la tassazione ordinaria e l’azienda pagherà i contributi spettanti, in base alle normali retribuzioni che sarebbero state corrisposte al lavoratore, durante il periodo di normale lavoro.

Se i requisiti, a causa della speranza di vita, cambiano nel corso della corresponsione della Isopensione, l’azienda proseguirà il pagamento del periodo prolungato.

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