Articolo aggiornato il 19 Dicembre 2019 da Stefano Mastrangelo

Pagamento stipendi in contanti 2018: come funziona dal primo luglio 2018

La legge di Bilancio 2018, dai commi 911 al 914 della legge n. 205 del 27/12/2017, dispone il divieto, ai datori di lavori ed ai committenti, al pagamento degli stipendi in contanti dal primo luglio 2018.

La nuova normativa prevede che, qualsiasi prestazione lavorativa, sia subordinata o parasubordinata, venga pagata con modalità tracciabili, per garantire una maggiore trasparenza e per contrastare il lavoro irregolare.

Pagamento stipendi 2018: chi sono gli interessanti?

Dal primo luglio 2018 cambiano le modalità di pagamento degli stipendi. Sono interessati:

  • tutti i lavoratori nel privato, che prestano qualsiasi attività lavorativa subordinata;
  • i collaboratori che svolgono una prestazione lavorativa parasubordinata;
  • i professionisti che svolgono, un opera in maniera occasionale e non abituale senza partita iva (art. 2222 del c.c.)
  • i soci lavoratori delle cooperative.

Pagamenti stipendi in contanti: chi sono gli esclusi?

Non rientrano nella normativa della legge di bilancio 2018 e sono esclusi dallo stop del pagamento in contanti:

  • i rapporti di lavoro con la pubblica amministrazione;
  • i contratti di lavoro domestico conviventi e non conviventi. (baby sitter, colf e badanti)

In entrambi in casi, il datore di lavoro domestico o l’Ente di appartenenza, può ancora pagare in contanti quando l’importo sia inferiore a 3000 euro. Se lo stipendio è uguale o supera 3.000 euro, il datore di lavoro o l’Ente, dovrà pagare in altre modalità tracciabili, indicate dalla legge.

Pagamenti stipendi in contanti dal 1° luglio 2018: quali sono le modalità di pagamento tracciabili?

Il datore di lavoro o il committente potrà pagare lo stipendio del lavoratore o del collaboratore solo con queste modalità:

  • pagamenti elettronici;
  • bonifico bancario o postale sul conto corrente indicato dal lavoratore. Quest’ultimo deve consegnare il codice Iban del suo conto corrente o libretto.
  • pagamento in contanti presso uno sportello postale o bancario, con specifico mandato di pagamento emesso dal datore di lavoro o committente.
  • assegno bancario.

Se non rispetta tale normativa, al datore di lavoro o al committente, sarà applicata una sanzione pecuniaria da parte dell’Ispettorato del lavoro, da un minimo di 1000 euro ad un massimo di 5000 euro.

Pagamenti stipendi in contanti dal 1° luglio 2018: la firma come quietanza di pagamento ha valore?

L’articolo 1 comma 912 della legge di bilancio 2018, precisa che, dal primo luglio 2018, la firma del lavoratore sulla busta paga come quietanza liberatoria, non è una prova dell’avvenuto pagamento della retribuzione mensile (come già era previsto dalla sentenza della Corte di Cassazione n. 25463/2017).

La prova, è il pagamento del netto indicato nel prospetto paga mensile, con modalità tracciabili (come bonifico bancario o postale).

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