il trattamento di fine rapporto
il trattamento di fine rapporto

Articolo aggiornato il 7 Ottobre 2021 da Nicola Di Masi

TFR, il trattamento di fine rapporto: cos’è, chi lo paga, calcolo tfr, a cosa serve il tfr?

Il TFR è la cosiddetta liquidazione per i lavoratori subordinati nel privato e l’indennità di buona uscita per i dipendenti pubblici. Il trattamento di fine rapporto è disciplinato dall’articolo 2120 del codice civile e spetta a tutti i lavoratori dipendenti subordinati pubblici e privati.

Trattamento di fine rapporto dipendenti privati: la normativa

Dal 01/01/2007 la disciplina del tfr è stata modificata dal decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252, per incrementare le adesioni alla cosiddetta previdenza complementare e per integrare la minima pensione futura. Per questo a partire dal 2007, i lavoratori dipendenti al momento dell’assunzione, devono fare una scelta per la destinazione del trattamento di fine rapporto.

Tale scelta viene espletata attraverso due moduli (Tfr 1, per gli assunti entro il 31 dicembre 2016 ed il tfr 2, per gli assunti dopo il 31 dicembre 2016). In tali moduli il lavoratore deve scegliere se:

  • il proprio trattamento di fine rapporto venga integralmente conferito, a decorrere dal periodo di paga in corso alla data della presente, alla seguente forma pensionistica complementare, che il lavoratore ha già scelto (si allega il modulo di adesione del fondo di previdenza complementare);
  • oppure, che il proprio trattamento di fine rapporto, non venga destinato ad una forma pensionistica complementare e continui dunque ad essere regolato secondo le previsioni dell’articolo 2120 del codice civile, ossia pagato dal datore di lavoro alla cessazione del rapporto di lavoro o in ogni busta paga mensile.

Maturazione TFR: come matura il trattamento di fine rapporto?

Il trattamento di fine rapporto viene accantonato “figurativamente” dall’azienda ogni anno e viene rivalutato al 31 dicembre di ogni anno. Per la rivalutazione viene applicato un tasso, costituito dall’ 1,5% in misura fissa e dal 75% dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, accertato dall’ISTAT, rispetto al mese di dicembre dell’anno precedente (art. 2120 c.c.).

Fino ad oggi il tfr ha una performance di rivalutazione maggiore rispetto a tutti gli altri fondi di previdenza complementare.

Calcolo liquidazione tfr: Come calcolare il trattamento di fine rapporto?

Tutti gli elementi retributivi sono utili per calcolare il trattamento di fine rapporto. In particolare tutti emolumenti retributivi che, dal punto di vista temporale, vengono erogati abitualmente o almeno in modo ricorrente, come ad esempio lo straordinario percepito mensilmente. Non si tiene conto ai fini dell’imponibile tfr, di tutte le voci retributive che sono percepite occasionalmente e non in maniera ricorrente.

Sono escluse le indennità di trasferte, le indennità di viaggio, il rimborso spese, il lavoro straordinario occasionale, le indennità tamtum e le ferie non godute, quando hanno carattere risarcitorio. La quota del tfr è ridotta, in relazione alla durata del rapporto di lavoro e viene considerato il mese intero, nel caso di frazioni di mese uguali o superiori a 15 giorni. Importantissimo leggere, il Contratto collettivo nazionale di riferimento, per controllare tutte le somme non occasionali e ritenute valide ai fini del calcolo del tfr.

La somma di tutti queste elementi, costituisce l’ammontare imponibile del trattamento di fine rapporto, consultabile in ogni busta paga. Alla fine dell’anno si sommano tutte le retribuzioni imponibili ai fini del tfr e si dividono per 13,5.

Quando deve essere pagato il TFR?

Il trattamento di fine rapporto TFR è liquidato alla cessazione del rapporto di lavoro subordinato dal datore di lavoro. Dal primo marzo 2015, per i dipendenti privati in servizio da almeno 6 mesi, c’è la possibilità di ricevere mensilmente in ogni busta paga, la quota tfr maturata mensile dal primo marzo 2015 al 30 giugno 2018 (dal primo luglio 2018 il datore di lavoro non è più obbligato ad erogare la quota del TFR mensilmente).

Possibilità molte volte esclusa, perché il datore di lavoro, realmente accantona solo figuramente il tfr dei lavoratori, trovandosi un grosso debito alla cessazione dei rapporti di lavoro.

Tfr Anticipato: quando è possibile anticipare il tfr?

Il lavoratore subordinato, con almeno otto anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro, può chiedere, un’anticipazione del tfr maturato fino alla data della richiesta, non superiore al 70 per cento. Non posso essere soddisfatte tutte le richieste dei lavoratori, ma solo il 10 per cento degli aventi titolo a richiederlo e solo del 4 per cento del totale dei lavoratori dipendenti.

La richiesta di anticipazione del tfr, deve essere giustificata da eventuali spese sanitarie, da acquisto della prima casa e l’anticipazione può essere richiesta una sola volta durante tutto il rapporto di lavoro. I contratti collettivi posso stabilire condizioni di miglior favore per l’anticipo del tfr.

Cud TFR maturato?

L’importo del TFR maturato nell’anno precedente, è possibile visualizzarlo nella sezione Trattamento di fine rapporto, indennità equipollenti e altre indennità sulla certificazione Unica (ex Cud) di ogni anno. La somma accantonata rivalutata, viene riportata nei punti 809 e 810 e l’esempio in basso riporta un Tfr accantonato di euro 26.039,96 euro al 31 dicembre 2016.

TFR trattamento di fine rapporto
TFR trattamento di fine rapporto

Tempi di liquidazione tfr?

Quando tempo ha il datore di lavoro per pagare la liquidazione? Se il datore di lavoro non paga il trattamento di fine rapporto, alla cessazione del rapporto di lavoro, entro 60 giorni ti consigliamo di scrivere una lettera al datore di lavoro con raccomandata con ricevuto di ritorno, nella quale si diffida il datore di lavoro a provvedere entro un limite di tempo al pagamento del tfr.

Il tfr ha una prescrizione quinquennale, quindi se non provvedi ad interrompere i termini, perderai la tua liquidazione tfr.

Nel caso in cui il datore di lavoro sia sottoposto ad una delle procedure concorsuali previste dal nostro ordinamento, ad esempio il fallimento, il lavoratore può richiedere il pagamento del Suo TFR, al fondo di garanzia Inps istituito con l’articolo 2, legge 29 maggio 1982, n. 297. In questo caso ti consigliamo di rivolgerti immediatamente ad un avvocato per procedere all’accertamento in tribunale del Tuo credito.

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