Trattamento integrativo 2023 come si calcola?
Come si calcola il trattamento integrativo nel 2023?

Articolo aggiornato il 18 Maggio 2023 da Nicola Di Masi

Chi ha diritto al Trattamento integrativo 2023?

Come si calcola il trattamento integrativo nel 2023? Dal 1° Gennaio 2022 sono cambiate le regole per il calcolo del trattamento integrativo sulla busta paga e sulle prestazioni a sostegno del reddito erogate dall’Inps.

Infatti, dal 2022, il nuovo Bonus Renzi, nella maggior parte dei casi, spetta solo a coloro che hanno un reddito non superiore a 15.000 euro, elevabile a 28.000 euro in determinati casi.

Cos’è il trattamento integrativo?

Il trattamento integrativo è entato in vigore dal 1° Luglio 2020, in sostituzione del Bonus Renzi di 80 euro mensili. Questo nuovo bonus è pari a 1200 euro annuali, erogato mensilmente per un importo pari a 100 euro e spetta:

  • ai lavoratori dipendenti pubblici e privati con un reddito minimo di 8.176 per 365 giorni di detrazione ed un reddito massimo di 15.000 euro (incrementato sino a 28.000 euro solo in determinati casi),
  • ai disoccupati percettori di disoccupazione Naspi, Dis-coll e disoccupazione agricola,
  • ai percettori dell’Ape social, con un reddito minimo di 8.176 per 365 giorni di detrazione ed un reddito massimo di 15.000 euro,
  • a coloro che percepiscono compensi come soci lavoratori delle cooperative;
  • ai percettori delle indennità e i compensi percepiti a carico di terzi dai lavoratori dipendenti per incarichi svolti in relazione a tale qualità,
  • ai soggetti che ricevono delle somme da chiunque corrisposte a titolo di borsa di studio, premio o sussidio per fini di studio o addestramento professionale;
  • ai lavoratori con redditi derivanti da rapporti di collaborazione coordinata e continuativa;
  • ai sacerdoti;
  • a coloro che percepiscono compensi per lavori socialmente utili in conformità a specifiche disposizioni normative.

Regole e normative del trattamento integrativo

La Circolare numero 4 del 18 Febbraio 2022, ha disciplinato il trattamento integrativo dopo la riforma delle aliquote e delle detrazioni irpef, esplicando con alcuni esempi il nuovo calcolo del bonus.

Infatti, prima di questa modifica normativa, si riconosceva il trattamento integrativo per un importo pari a 1200 euro, che non concorreva alla formazione del reddito solo se:

  • l’imposta lorda determinata sui redditi da lavoro dipendente e assimilati risultasse superiore all’ammontare della detrazione spettante per lavoro dipendente e assimilati,
  • ed il reddito complessivo non risultasse superiore a 28.000 euro.

Dopo la riforma, resta in vigore il primo requisito (ossia della verifica della capienza), però cambia il reddito complessivo, ossia non potrà essere superiore a 15.000 euro.

Come si calcola il trattamento integrativo 2023?

Il trattamento integrativo può essere erogato anche ai contribuenti con un reddito superiore a 15.000 euro e non superiore a 28.000 euro, solo se la somma delle seguenti detrazioni, spettanti per l’anno di imposta 2022:

  1. detrazioni per carichi di famiglia,
  2. detrazioni per lavoro dipendente e assimilati,
  3. detrazioni per interessi passivi su prestiti o mutui agrari contratti fino al 31 dicembre 2021;
  4. detrazioni per interessi passivi su mutui contratti fino al 31 dicembre 2021 per l’acquisto o la costruzione dell’unità immobiliare da adibire ad abitazione principale;
  5. detrazioni per spese sanitarie superiori a 15.493,71 euro sostenute fino al 31 dicembre 2021 e rateizzate alla medesima data;
  6. detrazioni per spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici sostenute fino al 31 dicembre 2021 e rateizzate alla medesima data;
  7. tutte le detrazioni previste da altre disposizioni normative relative a spese sostenute fino al 31 dicembre 2021 e rateizzate alla medesima data,

sia di ammontare superiore all’imposta lorda.

L’importo del bonus non può essere superiore a 1200 euro ed è pari alla differenza tra la somma delle suindicate detrazioni d’imposta e l’imposta lorda.

Trattamento integrativo nella dichiarazione 730

Il nuovo Bonus Renzi è indicato dal Consulente del lavoro sulla busta paga mensile, in base al reddito complessivo presunto o dall’Inps per i disoccupati in Naspi e nel Cu consegnato dal datore di lavoro o dall’Istituto previndenziale dopo il mese di Marzo.

Aumento 100 euro sulla busta paga di
Aumento 100 euro sulla busta paga

In seguito sarà l’Agenzia delle Entrate sul 730 precompilato o il professionista ad inserire l’importo del trattamento integrativo riportato sul Cu, nella dichiarazione dei redditi 730. Nell’esempio nel Cu non è stato riconosciuto.

Trattamento integrativo su Cu
Trattamento integrativo su Cu

In questo caso il contribuente non ha diritto al bonus Trattamento integrativo, così anche confermato nella sezione V del modello 730 2023.

Trattamento integrativo sul 730
Trattamento integrativo sul 730

Errori comuni nella dichiarazione 730

Può accadere, in sede di elaborazione del 730 di ricevere un rimborso del trattamento integrativo di una parte dell’importo o della somma totale di 1200 euro (ad esempio per le colf e badanti) quando il contribuente non l’ha percepito per intero sulla busta paga o da parte dell’Inps.

I soggetti che non percepiscono il trattamento integrativo sulla busta paga, sulla Naspi o sulla disoccupazione agricola, durante l’anno, possono sempre recuperarlo (se rispettano i limiti di reddito), sulla dichiarazione dei redditi 730 o ex modello Unico dell’anno successivo.

In molti, casi, invece bisogna restituirlo, a causa, ad esempio, di redditi superiori a 15.000 euro, che si cumulano nella dichiarazione dei redditi.

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