Coronavirus, scenari timori e medicine per l'economia italiana e mondiale
Coronavirus quale impatto sull’Economia Mondiale

Articolo aggiornato il 3 Marzo 2023 da Stefano Mastrangelo

Quali saranno gli impatti del Coronavirus sull’economia mondiale? Il Pil mondiale ne risentirà?

Al momento è difficile fare previsioni certe. Nel grafico che ho allegato, c’è una importante informazione che possiamo utilizzare in premessa.

Si tratta dell’analisi delle conseguenze sul Pil mondiale di virus ed epidemie globali di questo secolo, in particolare la Sars e la “Suina”. In quelle occasioni, furono sufficienti poche settimane dal “picco” epidemico, per raggiungere e poi superare nettamente i livelli di volumi assoluti delle più importanti economie mondiale.

Ciò per sottolineare il dato fondamentale: non esiste crisi che possa fermare lo sviluppo; se mai può rallentarlo, ma l’attuale sistema economico globale ha diversi “anticorpi” che agiscono rapidamente quando sale qualche tipo di “febbre” cioè crisi di fiducia, liquidità, fluidità degli scambi commerciali, ecc.

Chi parla (giustamente) di possibili ricadute negative dell’economia, dovrebbe specificare che si tratta di esiti dall’impatto evidente solo a breve o brevissimo termine.

Il problema vero, risiederebbe semmai, nella possibile scarsa trasparenza dello stato cinese, circa l’effettiva portata del virus, la sua attuale diffusione, il reale numero di contagiati.

Perché se è vero che poco dopo il picco del virus, l’economia cinese e mondiale avrà già assorbito il contraccolpo, non abbiamo certezze sul “quando” questo picco sarà raggiunto. Ma tale situazione è una incognita soprattutto per l’economia cinese.

I virus e l'economia mondiale
I virus e l’economia mondiale (Sole 24ore – JP Morgan)

Quindi ci saranno conseguenze per il coronavirus sull’economia cinese?

Questo è già nei fatti. Le misure di sicurezza (riduzione dei viaggi e della mobilità, chiusura di uffici pubblici, rinvio di eventi, fiere, persino feste e ricorrenze) hanno generato un rallentamento generalizzato dell’economia cinese. Sia per i consumi interni, sia per la normale dinamica di investimenti e scambi con l’estero, si prospettano settimane o mesi, di numeri in discesa. Le quantità di petrolio richieste dalla Cina da inizio anno, sono, per esempio, il 20% in meno rispetto ai periodi immediatamente precedenti.

Anche in questo caso, per quanto più profondo e netto di quello mondiale, il rallentamento/recessione del Pil cinese, sarà rapidamente assorbito a poche settimane dal picco infettivo: che si spera e si presume, sia molto vicino nel tempo (aprile 2020).

Il coronavirus avrà un impatto sul sistema economico italiano e sul turismo?

Come già detto, fino a che il virus, in forma endemica, resta confinato al territorio cinese, non ci sarà da temere nessun effetto di lungo termine. Quindi sarei ottimista su questo aspetto. Il turismo italiano vive di una abbondante diversificazione, in cui la diminuzione di flussi da un singolo paese non provoca risultati clamorosamente negativi.

Peggio potrebbe andare, sempre se il picco infettivo fosse raggiunto più tardi nei prossimi mesi, per le aziende italiane (meccanica, lusso e agro alimentare soprattutto) che concentrano fette importanti del loro export nel paese asiatico. Un segnale di come la globalizzazione che tanto temiamo e si dipinge a tinte fosche, è invece, per un paese come l’Italia, soprattutto una opportunità, vista la vocazione di qualità di molti settori della nostra industria che sono appetiti dai paesi emergenti.

Economia e coronavirus: cosa dovremmo imparare per il futuro? Quali errori da non ripetere?

Prima di tutto è probabile che ancora una volta l’emotività con cui media e persone non addette ai lavori affrontano queste notizie, abbia provocato più danni del fenomeno stesso. Mi spiego con un esempio: la riduzione di viaggi in oriente, persino di acquisti da negozi o ristoranti orientali, ed altre decisioni del tutto inopinate, potrebbe provocare un calo di produttività e consumi del tutto ingiustificata.

Spesso la mancanza di fiducia è il vero motivo delle crisi, prima ancora che problemi ed eventi strutturali. Poi ci sono delle considerazioni da fare in altri ambiti. Questa crisi legata al coronavirus potrà aumentare ulteriormente la “meccanizzazione” di alcuni settori: infatti alcune multinazionali cinesi, ma anche europee e americane, stanno cercando di ovviare alla minore mobilità di operai e altre figure specializzate, con nuovi investimenti per meccanizzare imballaggi, controlli ed altri compiti solitamente affidati a uomini. La stessa diffusione di droni per raggiungere e comunicare con le zone più isolate, si sta rivelando una importante innovazione.

Un’altra possibile lezione che si potrà imparare da questa crisi, credo spetti più alla politica (o all’organizzazione mondiale della sanità): molti dei virus che egli ultimi anni hanno avuto “mutazioni” letali, passando da animali a uomini, si sono evoluti proprio in Asia sud orientale, dove sono diffusi mercati di animali vivi, come situazioni di promiscuità tra allevamento, macellazione e consumo di carne animale da parte di comunità ad altissima densità. E’ probabile che qualche nuovo protocollo, sia sanitario che igienico, possa essere introdotto partendo da questa crisi.

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