Inps come fare per gestire un lavoratore domestico
Inps come fare per gestire un lavoratore domestico

Articolo aggiornato il 28 Novembre 2019 da Nicola Di Masi

Come gestire una lavoratrice domestica colf e badante?

I lavoratori domestici sono tutte quelle persone che si occupano continuamente dei bisogni del datore di lavoro come la colf, la baby-sitter, la badante, la governante o i cuochi e tutti i prestatori di lavoro che svolgono queste attività in conventi o seminari, caserme o orfanotrofi.

Prima di fare un contratto di assunzione con la lavoratrice o il lavoratore domestico, il datore di lavoro, dovrebbe conoscere la normativa del contratto dei lavoratori domestici conviventi e non conviventi o eventualmente chiedere ad un Consulente del Lavoro.

Cosa fare prima di assumere un lavoratore domestico?

La prima fase di una scelta di una lavoratrice domestica è il colloquio di lavoro. Infatti è importante selezionare una colf o badante, in base all’esperienza acquisita sul campo o alle referenze degli altri datori di lavoro. In seguito bisogna procedere con la raccolta dei documenti. Se il lavoratore domestico è italiano/a o cittadino/a di uno dei Paesi dell’Unione Europea non ci sono problemi ed il datore di lavoro richiederà:

  • il documento di identità in corso di validità,
  • la tessera sanitaria con l’indicazione del codice fiscale,
  • il numero di telefono e l’indirizzo di residenza.

Nel caso di lavoratore o lavoratrice domestica straniera, è importante il possesso del permesso di soggiorno in corso di validità, oltre ai documenti elencati precedentemente. Ad oggi non esiste un decreto flussi che permette la regolarizzazione o la richiesta del permesso di soggiorno per tantissime badanti irregolari. Infatti bisognerà attendere il nuovo decreto flussi, in pubblicazione quasi sempre, entro la fine del mese di Marzo.

Dopo aver selezionato la lavoratrice domestica e raccolto i documenti, bisogna procedere alla denuncia Inps di assunzione di lavoro domestico.

Assunzione Inps lavoratore domestico colf e badante

Per assumere un lavoratore domestico è importante sapere il costo e come verranno distribuite le retribuzioni nel corso dell’anno. Nella maggior parte dei casi, il datore di lavoro si rivolge ad un consulente o meglio ad un professionista del settore, per calcolare preventivamente i diversi costi da affrontate in base alla disponibilità familiare. I costi maggiori sono:

  • lo stipendio, stabilito dal contratto collettivo nazionale del lavoro conviventi e non conviventi, in base alle mansioni del lavoratore. Ad esempio un badante che svolge assistenza a persone non autosufficienti, è inquadrata con il livello CS.
  • Contributi Inps da pagare trimestralmente con il bollettino MAV o attraverso Pagopa, entro determinate scadenze previsti,
  • 26 giorni di ferie lavorative,
  • le 12 festività nazionali,
  • le 12 ore di permesso,
  • le eventuali indennità di vitto e alloggio;
  • la tredicesima mensilità nel mese di Dicembre, una mensilità in più,
  • il trattamento di fine rapporto.

Ad esempio una badante con 30 ore di lavoro settimanale livello BS costa euro 927,49 mensili. Oppure una badante livello CS che lavora 54 ore settimanali (tempo pieno) costa euro 1498,77 mensili ed euro 16.263,87 annuali.

Quindi il datore di lavoro, dopo aver inquadrato ed aver fatto due conti, deve procedere all’assunzione del lavoratore domestico tramite il servizio online dell’Inps: Cassetto lavoro domestico.

E’ importante indicare nella denuncia Inps di lavoro domestico:

  • i dati del datore di lavoro e del lavoratore,
  • i documenti di identità,
  • eventualmente il permesso di soggiorno in corso di validità dello straniero, (il tesseramento elettronico)
  • la retribuzione base o mensile,
  • il contratto se a tempo determinato (con scadenza) o indeterminato,
  • le ore settimanali di lavoro,
  • il questionario.

Pagamento contributi lavoratori domestici: quanto si paga?

I contributi Inps dei lavoratori domestici vengono elaborati direttamente dall’Inps. Per fare una simulazione dei contributi delle colf e badanti, l’Inps ha messo a disposizione un programma di calcolo, dove è possibile determinare la quota spettante al datore di lavoro e la quota dovuta dalla lavoratrice domestica.

Dopo la denuncia Inps, il datore di lavoro riceve direttamente i bollettini MAV, da pagare in Posta o in Banca, direttamente al suo domicilio o, è possibile scaricare o modificare, i bollettini dei contributi Inps dei lavoratori domestici sul servizio online Inps: Portale dei pagamenti.

I contributi Inps dei lavoratori domestici si pagano entro:

  • il 10 Gennaio per il trimestre Ottobre, Novembre e Dicembre,
  • il 10 aprile per il trimestre Gennaio, Febbraio e Marzo,
  • entro il 10 Luglio per il trimestre Aprile, Maggio, Giugno,
  • entro il 10 Ottobre per il trimestre Luglio, Agosto e Settembre.

Entro queste scadenze bisogna pagare i contributi Inps interamente, sia della quota del datore di lavoro e sia della quota della lavoratrice, in quanto la parte dei contributi del lavoratore domestico è stata sottratta dalla busta paga mensile. Inoltre tutti i datori di lavoro sono obbligati ad iscriversi alla Cassa Colf e versare il contributo richiesto.

Ferie lavoratore domestico: cosa spetta, calcolo e pagamento

Se il lavoratore domestico si assenta per le ferie, gli verranno pagati 26 giorni di lavoro effettivo. Le ferie maturano ogni mese, circa 2,16 giorni al mese e devono essere godute entro 18 mesi dalla maturazione. Ad esempio le ferie maturate nel 2018, devono essere fatte entro giugno 2020. Le stesse ferie sono concordate con il datore di lavoro e nel caso di assenza prolungato delle ferie, il datore di lavoro può decidere di:

  • anticipare le ferie ancora da maturare,
  • di inserire assenza sulla busta paga,
  • di licenziare il lavoratore per assenza, comunicandolo prima per iscritto.

Malattia lavoratori domestici colf e badanti: da chi viene pagata?

Invece nel caso di Malattia di una colf o badante, l’Inps non paga nessuna indennità. Il datore di lavoro deve solo corrispondere alla lavoratrice domestica, il pagamento della metà dello stipendio, concordato per i primi tre giorni e della retribuzione intera per i giorni successivi, sino a:

  • 8 giorni, per anzianità contributiva fino a sei mesi;
  • 10 giorni, per anzianità da sei mesi a due anni;
  • 15 giorni, per anzianità superiori a due anni.

Infatti in caso di malattia della lavoratrice domestica, bisogna ricorrere alle prestazioni della CASSA COLF.

Maternità lavoratrici domestiche come funziona?

Nel caso invece di maternità Inps di una lavoratrice domestica, l’Inps paga direttamente l’80% alla lavoratrice domestica della retribuzione convenzionale dei contributi versati orari (tramite una domanda telematica). La lavoratrice ha diritto al pagamento dei 5 mesi di maternità, due mesi dalla data presunta e 3 mesi successivi alla data del parto solo se:

  • nei 24 mesi precedenti il periodo della maternità obbligatoria risultano versati, 52 contributi settimanali, anche in settori diversi,
  • nei 12 mesi precedenti l’inizio dell’astensione obbligatoria risultano versati, almeno 26 contributi settimanali, anche in settori differenti da quello domestico.

Quindi la lavoratrice si assenterà dal lavoro per il periodo di astensione obbligatoria (5 mesi) ed il datore di lavoro, dovrà inserire sulla busta paga, la voce Maternità obbligatoria (MO).

Infortunio del lavoro lavoratore domestico: incidente in casa

Nel caso di infortunio di lavoro di una lavoratrice domestica, il datore di lavoro deve immediatamente comunicare all’Inps (entro 48 ore o 24 se deceduta) l’infortunio del lavoro con i documenti del pronto soccorso.

Il datore di lavoro paga i primi tre giorni di infortunio, dalla data indicata dal pronto soccorso e dal quarto giorno in poi paga l’Inail, dopo l’accertamento dell’infortunio del lavoro.

Licenziamento e dimissioni lavoratore domestico

Il datore di lavoro potrebbe licenziare il lavoratore domestico, per iscritto, dando il preavviso indicato dal contratto collettivo nazionale del lavoro. Si può licenziare per:

  • giustificato motivo oggettivo, ad esempio nel caso in cui il datore di lavoro anziano si rechi in una casa di cura,
  • giustificato motivo soggettivo, per inadempienze del lavoratore domestico,
  • giusta causa, per fatti gravi, che provocano l’immediata risoluzione del rapporto di lavoro.

A seguito del licenziamento, il datore di lavoro deve corrispondere:

  • la retribuzione sino alla data di licenziamento,
  • le ferie non godute,
  • i permessi non goduti,
  • il trattamento di fine rapporto (la liquidazione),
  • i ratei di tredicesima maturati,
  • consegnare le buste paga ed il CU.

Nel caso di decesso del datore di lavoro, il lavoratore domestico ha diritto all’indennità di mancato preavviso per 15 giorni.

Anche il lavoratore può dimettersi dando un periodo di preavviso, previsto dal CCNL lavoro domestico conviventi e non conviventi, comunicando al datore di lavoro con una lettera per iscritto (con raccomanda a mano o con ricevuta di ritorno), la volontà di recedere dal rapporto di lavoro.

Consulenza assunzione, preventivi e buste paga Colf e Badanti

Per elaborare le buste paga mensilmente, della colf o badante, clicca sul nostro servizio online: Busta paga per colf e badanti.

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