I contributi della maternità incidono sulla pensione?
I contributi figurativi di maternità tagliano la pensione

Articolo aggiornato il 5 Aprile 2023 da Nicola Di Masi

Quanto incidono i contributi figurativi sulla pensione?

L’Istituto previdenziale Inps, introduce una novità sui congedi di maternità e paternità fruiti sia in costanza di rapporto di lavoro che al di fuori, indipendentemente dalla collocazione temporale. Questi periodi valgono ai fini della pensione?

Cosa sono i contributi figurativi Inps?

I contributi figurativi sono in sostanza una sorta di copertura assicurativa “fittizia”, non versati sia dal lavoratore e sia dal datore di lavoro, per i periodi in cui il lavoratore non può svolgere la normale attività lavorativa (come ad esempio per malattia, maternità, disoccupazione, cassa integrazione, invalidità, etc).

Questi periodi sono coperti direttamente dall’Inps sul piano pensionistico e valgono, salvo rare eccezioni, sia ai fini del diritto (al fine del raggiungimento dell’anzianità contributiva) che della misura della pensione (ai fini del calcolo).

I contributi figurativi possono essere accreditati a seconda della tipologia, d’ufficio (in automatico dall’Inps, per esempio in caso di disoccupazione naspi o cassa integrazione o su domanda del lavoratore (ad esempio per l’accredito del servizio militare, o del congedo di maternità e paternità), senza alcun costo per l’assicurato.

Il Congedo obbligatorio o facoltativo di maternità e paternità taglia la pensione?

L’inps, su indicazioni del Ministero del Lavoro, miranti a rafforzare le tutele per la maternità e la paternità, ha escluso a favore dei lavoratori fruitori del congedo di maternità e paternità, l’applicazione del “principio della contrazione“, ossia la riduzione in maniera proporzionale delle settimante contributive in base alla retribuzione percepita.

Infatti la modalità applicata per l’accredito dei contributi Inps, a favore dei lavoratori dipendenti, è assoggettato alla norma che prevede la riduzione delle settimane contributive valide per il diritto a pensione, se la retribuzione è inferiore ai minimali previsti ogni anno dall’Inps.

Quindi, se la retribuzione settimanale imponibile risulta inferiore al 40% del trattamento minimo mensile nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti (per il 2023 è pari ad euro 227,18 a settimana), nella posizione assicurativa del lavoratore viene riconosciuto un numero di settimane (ai fini dei contributi) inferiori a quelle effettivamente lavorate.

Per questo non rientrano nel principio della contrazione, ossia nella riduzione delle settimante contributive in base alla retribuzione e sono valide tutte le settimane dei contributi figurativi ai fini del diritto della pensione:

  • il congedo di maternità e paternità, sia in corso del rapporto di lavoro e sia al di fuori del rapporto di lavoro,
  • i rapporti di lavoro domestici bay-sitter, colf e badanti,
  • i contratti di lavoro dei dipendenti della pubblica amministrazione,
  • gli operai agricoli,
  • i periodi di servizio militare,
  • i contratti di apprendistato.

Cosa sono i minimali Inps?

I minimali Inps altro non sono che le retribuzioni minime, al di sotto delle quali il versamento dei contributi per i lavoratori dipendenti occupati a tempo pieno e parziale, si considera non regolare. L’Inps aggiorna e pubblica annualmente gli importi dei minimali.

Riferimento normativo: Messaggio Inps n. 1215 del 29/03/2023.

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