Pensioni 2022? cosa cambia?
Riforma Pensioni cosa cambierà nel 2022

Articolo aggiornato il 14 Settembre 2023 da Nicola Di Masi

Riforme pensioni 2022 ultime notizie

Nella bozza del Recovery Plan, il Governo, ha intenzione di inserire la riforma delle pensioni anticipate, a partire dal 2022, in sostituzione della pensione Quota 100, in scadenza al 31 Dicembre 2021. Cosa cambierà nel 2022?

Dal 1° gennaio 2022, il legislatore, ha in mente di reintrodurre una nuova quota 102, per percepire la pensione anticipata con 64 anni di età e 38 anni di contributi e nuovi istituti pensionistici per lavoratori usuranti o fragili.

Da un parte, si è espresso anche il Presidente dell’Inps, Tridico, il quale vorrebbe dividere la pensione in due Quote, anticipando la pensione contributiva a 62-63 anni e poi ricevere il tutto, dopo il raggiungimento della pensione di vecchiaia.

Mentre l’opposizione, con il sottosegretario leghista Durigon, ha richiesto una pensione anticipata con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età del lavoratore.

Aggiornamento 2023: Per il 2023 per la pensione di vecchiaia e anticipata non sono cambiati i requisiti. Mentre è stata prorogata opzione donna, l’Ape sociale ed è stata introdotta QUOTA 103.

Pensione di vecchiaia 2022: ecco i requisiti Inps

I requisiti per ottenere la pensione di vecchiaia 2022, non cambieranno, sia per gli uomini e sia per le donne, per tutti lavoratori. Si potrà accedere alla pensione di vecchiaia Inps con:

  • 67 anni di età compiuti, (lavoratori in possesso di anzianità contributiva al 31/12/1995)
  • 20 anni minimi di contributi, anche grazie al cumulo contributivo o alla totalizzazione, di gestioni Inps differenti.

I lavoratori che hanno iniziato a versare i contributi dal 1° gennaio 1996, potranno conseguire la pensione di vecchia con 67 anni e 20 anni di contributivi solo se:

  • l’assegno pensionistico sia superiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale (dell’anno in corso),
  • oppure con 71 anni di età e 5 anni di contributi effettivi, a prescindere dall’importo della pensione.

La pensione di vecchiaia è pagata dal mese successivo alla data di presentazione della domanda e dalla maturazione dei requisiti di età e contributivi.

Pensione anticipata, cosa cambia nel 2022?

La pensione anticipata, a partire dal 2022 e sino al 31/12/2026, si potrà andare in pensione con:

  • 42 anni di età e 10 mesi di contributi per i lavoratori uomini (2227 settimane risultanti sull’estratto contributivo),
  • 41 anni e 10 mesi di contributi per le lavoratrici donne (2175 settimane),
  • 41 anni per i lavoratori precoci (2132 settimane).

Il pagamento della pensione anticipata, avviene dopo tre mesi dalla maturazione del requisito (finestra mobile di tre mesi).

Il decreto Legge n. 4/2019 ha bloccato gli adeguamenti della speranza di vita sino al 2026. E’ possibile accedere alla pensione:

  • con 64 anni di età e 20 anni di contributi, per chi ha versato dopo il 1° Gennaio 1996, se l’importo della pensione non è inferiore a 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale dell’anno 2022.

Pensione anticipata 2022 per i lavoratori precoci e usuranti

Il governo sta anche prevedendo, di rilanciare le pensioni anticipate per i lavoratori usuranti e notturni. Confermato sino al 2026, la pensione dei lavoratori precoci, ossia i soggetti che all’età di 19 anni, avevano maturato già 12 mesi di contributi. Questi lavoratori possono andare in pensione con 41 anni di contributi (non conta l’età) se si trovano nelle seguenti categorie:

  • lavoratori dipendenti in stato di disoccupazione, a causa di un licenziamento individuale o collettivo, per giusta causa o risoluzione consensuale, che abbiano terminato da almeno 3 mesi, la fruizione della disoccupazione NASPI o altra indennità spettante Inps;
  • caregiver, ovvero lavoratori dipendenti ed autonomi che al momento della domanda, assistono da almeno 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi della legge 194;
  • lavoratori dipendenti ed autonomi che hanno una riduzione della capacità lavorativa, con una percentuale di invalidità civile, superiore o uguale al 74%;
  • lavoratori che svolgono attività usuranti o particolarmente gravose. Le mansioni faticose che permettono questo specifico pre-pensionamento devono essere state svolte per almeno sette anni negli ultimi 10 anni di attività lavorativa e sono specificate dalla legge 67/2011.

L’assegno pensionistico decorre dopo tre mesi (finestra mobile) dal raggiungimento del requisito e la pensione viene calcolata con il sistema misto.

Il governo, come abbiamo detto, sta pensando di prorogare le pensioni anticipate per i lavoratori usuranti e notturni, che svolgono almeno la metà della vita lavorativa o almeno 7 anni negli ultimi 10, determinati lavori usuranti previsti dal decreto legislativo 67 del 2011. Quindi, questi lavoratori, potranno andare anticipatamente in pensione con quota 97,6 ossia con:

  • 61 anni e 7 mesi di età;
  • almeno 35 anni di contributi.

Ipotesi Ape social e opzione donna

Il governo ha intenzione di rinnovare, anche per l’anno 2022, le misure pensionistiche Ape social ed Opzione donna. I requisiti e l’età saranno invariati rispetto all’anno 2022. Sicuramente saranno incentivate le misure per l’esodo dei lavoratori, come il contratto d’espansione, l’isopensione e gli assegni di solidarietà straordinari.

Attendiamo l’ufficialità, a fine anno, da parte del Governo.

Per i lavoratori privati, senza contribuzione nel settore agricolo, è possibile simulare la pensione con il servizio online dell’Inps o calcolare l’importo della propria pensione con il programma Carpe dell’Inps.

Riferimento Normativo: Circolare Inps n. 19 del 7 Febbraio 2020

Consulenza Online professionale
Vuoi una consulenza personalizzata sulle pensioni del 2021? Affidati a noi e scegli il nostro servizio 😉

Se vi sono altri commenti, ti consigliamo di leggerli. La tua risposta potrebbe essere già qui

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui